Testo La Genesi:
Una canzone molto più… più… seria e più impegnata, oserei dire
impegnatissima; una canzone che mi è stata ispirata… a me succede poche volte,
però questa canzone mi è stata ispirata direttamente dall’Alto. Ero lì, nel mio
candido lettino, e ho sentito una voce che diceva: “Francesco!” Dico: “socc…,
chi è?” Dico “Oeh?” Dice… “svegliati, sono il tuo Dio”. E allora così, in
questo modo sollecitato, ho pensato di… di… fare un’opera musicale colossale
e mettere in musica l’Antico Testamento. Per ora sono riuscito a fare soltanto
la Genesi… che è la vera storia della creazione del mondo.
Per capire la nostra storia
bisogna farsi ad un tempo remoto.
C’era un vecchio con la barba bianca
lui, la sua barba ed il resto era vuoto.
Voi capirete che in tale frangente
quel vecchio solo lassù si annoiava
si aggiunga a questo che inspiegabilmente
nessuno aveva la tivù inventata.
“Be’, poco male”, pensò il vecchio un giorno
“a questo affare ci penserò io.
Sembra impossibil ma in roba del genere
modestia a parte, ci so far da Dio.”
Dixit. Ma poi toccò un filo scoperto
prese la scossa, ci fu un gran boato.
Come tivù non valeva un bel niente
ma l’universo era stato creato!
“Come son bravo che a tempo perso
ti ho creato l’Universo!
Non mi sembra per niente male
sono davvero un tipo geniale!
Zitto Lucifero, non disturbare
non stare sempre qui a criticare!
Beh sì, lo ammetto, sarà un po’ buio
ma non dir più che non si vede un tubo!
Che sono parolacce che io non sopporto!” disse il vecchio a Lucifero, “e poi se
c’è una cosa, un’altra che non posso sopportare sono i criticoni: fattelo te
l’Universo se sei capace! Che’d-me at dig un quel…” disse il v… era d’antica
origine modenese da parte di madre, il vecchio. “Io parlo chiaro: pane al pane,
vino al vino, anzi, vin santo al vin santo. Sono buono e bravo ma se mi prendono
i cinque secoli me te sbat a l’inferen com’è vero Dio!”
Ma poi volando sull’acqua stagnante
e sopra i mari di quell’universo
mentre pensava a se stesso pensante
in mezzo a quel buio si sentì un po’ perso.
Sbatté le gambe su un mucchio di ghiaia
dopo una tragica caduta in mare
quando andò a sbattere sull’Himalaya
il colpo gli fece persino un po’ male.
Fece crollare anche un gran continente
soltanto urtandolo un poco col piede
si consolò che non c’era ancor gente
e che non gli era venuto poi bene.
Ma quando il buio gli fece impressione disse
facendosi in viso un po’ truce
“Diavol d’un angelo, avevi ragione!
Si chiami l’Enel, sia fatta la luce!
Commutatori, trasformatori
dighe idroelettriche e isolatori
turbine, dinamo e transistori
per mille impianti di riflettori
albe ed aurore fin boreali
giorni e tramonti fin tropicali
fate mo’ bene che non bado a spese
tanto ho lo sconto alla fine del mese!
Te Lucifero non ti devi interessare come faccio a avere io lo sconto alla fine
del mese. Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava l’altra, come si dice;
vuoi che uno nella mia posizione non conosca nessuno? Però intanto, ragazzi,
andateci piano perché la bolletta la portano a me. M’avete lasciato accesa la
luce al polo sei mesi, sei mesi, no, sei mesi! Grazie, c’era freddo! I surgelati
li devo pur tenere da qualche parte. Adesso la tenete spenta sei mesi come… e
poi quei ragazzi lì, come si chiamano quei ragazzini che vanno in giro con
quella cosa… aureola si chiama? No no, non-m pies menga, no no no, ragazzi,
quelle cose lì… io vi invento il peccato di superbia e vi frego tutti eh,
adesso ve lo dico… Bisogna guadagnarsele… voi, a parte il fatto che non mi
adorate abbastanza. No no no… Lucifero… è inutile che tu mi chiedi scusa:
adorare significa non dovere mai dire: “mi dispiace”! Tientelo in mente. Voi,
ecco, io vi do… ogni dieci atti di adorazione vi do un buono, ogni dieci buoni
voi mandate la cartolina che il 6 gennaio… perché ci ho… poi ci ho tutta
un’altra idea in testa, per la m… facciamo Aureolissima, che è una festa che
mi sembra molto bella… Piuttosto Lucifero, non sgamare… vieni qua, ragazzo.
Com’è… m’hanno detto che hai stampato un libro: il libretto rosso dei
pensieri… oh, bella roba: il libretto rosso dei pensieri di Lucifero. Ragazzi
mi piace… ma cosa vuol dire di sinistra, di sinistra… non sono un
socialdemocratico anch’io? Avanti al centro contro gli opposti estremismi! Eh,
ma… No no, non ci siamo mica. Qua, se c’è uno che può pensare anzitutto sono
io… e non tirar mica in ballo mio figlio, quel capellone, con tutti i
sacrifici che ho fatto, per me lui lì finisce male. Ah me, me a tal deg, finisce
male. E attento che te e lui, io ho delle soluzioni per voi che non vi
piaceranno, per Dio. E non guardarmi male che qui dentro per Dio lo dico come e
quando mi pare!”
Ma fatta la luce ci vide più chiaro
là nello spazio girava una palla.
Restò pensoso, gli parve un po’ strano
ma scosse il capo, chi non fa non falla.
Rise Lucifero stringendo l’occhio
quando lui e gli angeli furon da soli
“Guarda che roba! Si vede che è vecchio!
L’ha fatto tutto schiacciato sui poli!”
“Per riempire ‘sto bell’ambiente
voglio metterci tante piante.
Forza, Lucifero, datti da fare
ordina semi, concime e trattore.
Voglio un giardino senza uguali
voglio riempirlo con degli animali!
Ma cosa fa ‘sto cane che ho appena creato?
Boia d’un Giuda! M’ha morsicato!
Piuttosto, fallo vedere da un veterinario, che non vorrei aver creato anche la
rabbia, già così… cos’è che non ho creato? Lo sapevo: l’uomo non l’ho creato!
Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi tocca sempre fare! Qua se non ci sono
io che penso a tutto… va be’, nessuno è perfetto… sì, lo so che sono
l’Essere perfettissimo Creatore e Signore. Grazie! adesso ti trasformo in
serpente così impari, striscia mò lì! Üssa via!” E portarono al vecchio quello
che c’era rimasto: c’era un… un po’ di formaggio, due scatolette di Simmenthal…
cioè, lui li mise assieme e poi…
Prese un poco di argilla rossa
fece la carne, fece le ossa
ci sputò sopra, ci fu un gran tuono
ed è in quel modo che è nato l’uomo.
Era un venerdì 13 dell’anno zero del Paradiso.
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