Un matto

Testo Un matto:

(dietro ogni scemo c’è un villaggio)

Tu prova ad avere un mondo nel cuore

e non riesci ad esprimerlo con le parole,

e la luce del giorno si divide la piazza

tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,

e neppure la notte ti lascia da solo:

gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro.

 

E sì, anche tu andresti a cercare

le parole sicure per farti ascoltare,

per stupire mezz’ora basta un libro di storia,

io cercai d’imparare la Treccani a memoria,

e dopo maiale, Majakowsky e malfatto,

continuarono gli altri fino a leggermi matto.

 

E senza sapere a chi dovessi la vita

in un manicomio io l’ho restituita:

qui sulla collina dormo malvolentieri

eppure c’è luce ormai nei miei pensieri,

qui nella penombra ora invento parole

ma rimpiango una luce, la luce del sole.

 

Le mie ossa regalano ancora alla vita:

le regalano ancora erba fiorita.

Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina

di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;

di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia:

“Una morte pietosa lo strappò alla pazzia”

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