Testo Ballando con una sconosciuta:
Con gesti da gatto infilava sui tetti le antenne
in alto d’estate sui grattacieli della periferie
come un angelo libero, in bilico sulla città.
“Non c’è solo il vento, – diceva – anche la luce può portarti via
se hai tempo da perdere e dentro la giusta elettricità
e se da sempre ti aspetti un miracolo.”
Captare è un mestiere difficile in questa città
nel cielo ricevere, trasmettere e poi immaginarsi qualunque cosa
per ferire il silenzio che tutti hanno dentro di sé.
Ma lui credeva nelle ferite e si sfiorava
si toccava nel cuore con la mano nervosa
guardando le nuvole correre via impazienti da lì
da quel tetto sospeso sugli uomini.
Finché un giorno un’antenna ribelle ai programmi di quiz
fece sparire le strisce e nel cielo trasmise l’immagine della madonna
una donna normale, non male, che disse così
“Io spengo la luce, se vuole io posso fare una musica più forte del vento
posso anche uscire dal monitor, dalla gravità, potremmo ballare anche subito
se lei non ha fretta e non vuole tornare laggiù.”
E noi siamo sempre veloci a cambiare canale
ma coi piedi piantati per terra, guardando la vita con aria distratta
senza entrare nel campo magnetico della felicità
felicità che sappiamo soltanto guardare, aspettare, cercare già fatta
quasi fosse anagramma perfetto di facilità, barando su un’unica lettera.
Conoscevo quell’uomo e per questo racconto di lui.
È sparito da allora e nessuno ha scoperto dov’è
ma un dubbio, un sospetto od un sogno io almeno ce l’ho
provate a passare in una sera d’estate vicino ai grattacieli di periferia
provate a sentire, captare, trasmettere e poi raccontare qualcosa
se allora sentite una musica son loro che ballano in bilico sulla città.
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