Madre pennuta

Testo Madre pennuta:

La strada che curva

E l’insegna notturna

Un Tir che si ritira

Tutto il sole al Nadir

E alte a prua chiome d’albero

E zolle che non mi arenano

Finita la storia

E caduto l’impero

Di vivere dal vero

Ecco me di anni tre

È li che fui faraonico

Tra bumbe e tra rumbe tiepide

Con tante madri e il tempo un laghetto

Coi pesci dei giorni

È il gamberetto del mio compleanno che

Torna li

Fu molto dopo che dentro la pioggia

Vidi tra mille la goccia d’acqua mia

Prigionia

Ho visto la neve

Nei vetri che agitai

Ma agitai le finestre e mai

Sfere da souvenir

Guidai, l’accostai e sorpassai

Il tempo, l’obeso in limousine

Ho usato penne più degli uccelli

Ma quando mai

Ho perso il sonno per scrivere solo “io volo”

Madre pennuta il mio morbidio

Mia pelle d’oca, cuscino mio

Il mio

Il vero è nella memoria

E nella fantasia

Non c’è storia e il tempo finge

E poi commette l’ingenuità

Non cancella mai le tracce sue

VuoI esser preso, arreso, inchiodato li

Ho visto un film normale

Ma con un bel finale

Faccia a facci , fra tutt’e due

Che infine uno è

Madre mia la gente che s’è alzata

Ma che dico la gente

Uno uscì

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